Considerazioni sul Reiki

Considerazioni sul Reiki

Ho incontrato il Reiki nel 1991, subito ne sono stato affascinato e da quel momento tale pratica costituisce una parte importante della mia vita. La curiosità e la volontà di approfondire mi hanno ispirato a conseguire il Master nei seguenti stili o metodi: Reiki Usui (Takata), Karuna, Japanese Reiki Tecnique, Tibetan Styl, ART. Alcuni metodi li ho appresi o ripetuti presso l’ IRIS, altri stili gli ho ripetuti con vari insegnanti allo scopo di valutare e confrontare gli insegnamenti.
Nel corso degli anni ho letto numerosi libri sul Reiki, tutti più o meno uguali, e ho sempre cercato di rimanere aggiornato.
Ora mi permetto di esprimere alcune considerazioni:

a) La signora Takata, alla quale va il solo riconoscimento di avere diffuso il metodo in occidente, a mio parere ha commesso, tra i tanti, un grave errore quando ha stabilito e fissato il costo per diventare Master. Ritengo che il primo requisito da considerare per diventare Master sia quello di essere una persona per bene ed equilibrata e non il potere disporre di una somma considerevole. Il secondo grave errore ritengo sia stato il non costituire un albo dei Master permettendo a molti di auto proclamarsi Tali.

b) Ho notato che sempre si è data eccessiva importanza alle origini del metodo Reiki ed alla storia di USUI. Dopo quella improponibile degli anni novanta, recentemente ne è stata diffusa un’altra ad opera di Arjava Petter; quest’ultima potrebbe contenere parti di verità, ma non quella assoluta. Quale sia il Reiki Giapponese originale ritengo che nessuno lo sappia e che sia impossibile saperlo.

c) Ora che importanza ha il sapere della vita di USUI, se era o no un monaco e se dottore di cosa di cosa lo era, quando tutti sappiamo che il metodo diffuso in occidente funziona e da tante soddisfazioni.

d) Spesso si dice che il Reiki sia una via spirituale adducendo presunte origini Buddiste; personalmente ritengo il Reiki un meraviglioso strumento di armonizzazione energetica.

e) Ho notato che solo poche persone comprendono l’essenza del Reiki, questa ritengo sia la causa del fatto che dopo avere appreso il metodo solo pochi continuano a praticare nel tempo.
Potrei continuare con altre considerazioni, mi riservo di farlo in modo più completo in un’altra occasione, ma mi preme principalmente affermare, dopo 18 anni di esperienza, che il Reiki è un metodo meraviglioso, completo, facile da apprendere e che si amplifica nel tempo.

Tutte le teorie contano poco quello che nel Reiki è vero è che:

  1. Induce sensazioni soggettive di calore, formicolio, frescura; questo in funzione dello stato energetico di chi lo riceve.
  2. Ha effetti soggettivi ed oggettivi di distensione, sensazioni di pace, benessere psicofisico, chiarezza mentale.
  3. Talvolta, in casi di resistenza emotiva al cambiamento, si manifestano temporaneamente disagi, dolore fisico e tensioni. Questi disturbi spesso scompaiono in breve tempo lasciando la persona in stato di totale benessere.
  4. Il Reiki è di aiuto in ogni situazione e momento della vita.

Concludo allegando le considerazioni sul Reiki che tre allievi mi hanno fatto pervenire e che considero interessanti.
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Carissimo Luciano,

è un periodo in cui sto ricevendo tanti segnali dall’energia e questo mi rende più sicura e serena, ti racconto:mi giungono sovente dei pensieri, che in qualche modo si concretizzano. Al lavoro era tempo che c’era tensione con il capo, ho scritto un biglietto e gli ho fatto Reiki per un giorno e… la situazione è
migliorata. Mi viene in mente una persona e… ricevo una mail da questa persona che si offre per un trattamento a distanza.
Seduta sull’uscio di casa sentendomi un po’ sola… arriva un soffio di vento e nella mente affiora un pensiero di unità con gli altri che mi rasserena. Incontro un vecchio compagno di scuola che dopo tanti anni mi fa i complimenti per il modo di essere (che tra l’altro mi ha sempre un po’ distaccato dagli altri perché un po’lontano dal loro modo di essere) e mi dice che con gli anni ha capito che i miei principi erano speciali.
E tutto questo arriva nel momento in cui ne ho bisogno.
È semplice e fantastico, basta essere aperti ed attenti alle cose più semplici.
Il Reiki poi è un grande amico, sempre disponibile e sempre di grande aiuto! Dico sempre perché c’è … sia quando stai bene che quando stai male. Basta centrarsi ed ecco che tutto funziona in un modo diverso. Grazie, ho anche capito cosa significa: sii pieno di gratitudine. Tutto questo è fantastico ed è quella cosa che fa la differenza.
Un abbraccio Fiorenza
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Carissimo Luciano,

pensare a Reiki mi costringe a fare una pausa. Scoprire Reiki, sentire nelle mani il passaggio dell’energia è stato veramente sconvolgente. Constatare che non era un’ illusione ma un fatto vero è stato come se davanti a me si spalancasse un portone su un mondo(il termine non rende abbastanza…) nei confronti del quale, prima di esprimersi, ci vuole un po’ di tempo per “guardarsi intorno” e pensare. Forse perché sono un “tecnico” poco incline a ciò che è istintivo ma comunque con una certa sensibilità verso una dimensione soprannaturale dell’uomo, nata nella cultura cattolica, ho sempre diffidato di tutto ciò che è esoterico. A questo si aggiunge che l’approccio che si ha è spesso negativo, legato a profittatori che si arricchiscono alle spalle di persone deboli che esprimono semplicemente un bisogno, o una solitudine.
È difficile parlare di reiki a chi non lo ha sperimentato, si finisce per essere riduttivi:

  • “Tecnica di armonizzazione dell’energia”
  • “Tecnica di rilassamento energetico”
  • “Antico metodo giapponese per riequilibrare le tensioni psicofisiche”

Potrebbero essere alcune delle frasi ricorrenti che, comunque arricchite da spiegazioni varie sulla natura del’energia Reiki e sulla dimensione universale di Reiki, spesso lasciano l’interlocutore con un’espressione fra l’interrogativo e il disinteressato, quando non addirittura con una faccia della serie “Ma questo è fuori di testa!”
La mia modesta esperienza di trattamenti al di fuori della cerchia degli amici “Reikisti” si svolge in ambito famigliare. Un po’ per le ragioni già esposte che sono di ostacolo alla “distribuzione” di trattamenti a destra e a manca, un po’ perché quando si trova la persona disponibile bisogna comunque andarci con i piedi di piombo, per evitare di creare delle aspettative esagerate che non trovano poi un adeguato riscontro.
Credo che l’approccio giusto a Reiki sia fondamentale. Il mio è stato proprio “senza aspettative”, e ho sperimentato che i trattamenti migliori sono avvenuti quando non c’erano aspettative preventive, né da parte mia né da parte del mio interlocutore.
Io penso che chi riceve debba “semplicemente” aver voglia di sperimentare che esiste una dimensione energetica della persona, dimensione energetica che subisce degli squilibri che possono influire sullo stato fisico e psichico della persona stessa. Chi invece fa il trattamento dovrebbe fare il vuoto dentro di se e lasciare tutto lo spazio per l’azione dell’energia e per percepire le sensazioni che essa ci da. Tutto il resto, benessere, guarigione, vantaggi fisici o mentali, avviene da sé e non dipendono da noi ma dall’energia. L’importante è che comunque ci si renda conto che in noi esiste una dimensione di noi stessi (scusa il bisticcio di parole) che forse non sappiamo bene com’è ma che sicuramente esiste. Una dimensione molto importante.
Se l’approccio con Reiki è stato autentico, non si può rimanere come prima, qualcosa nella vita della persona deve cambiare!
Sarei felice di poter dare un raggio di luce a tutti coloro che ne hanno bisogno.
Un abbraccio. Giorgio